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Piccola storia dell’Avis regionale

Dopo la nascita delle Regioni politiche avvenuta nel 1970 l’Avis, per confrontarsi in maniera paritaria con i nuovi soggetti politico-amministrativi, si trovò nella necessità di dover adeguare la propria organizzazione creando degli organismi territorialmente corrispondenti.

Tale confronto, infatti, si profilava di fondamentale importanza considerando che le regioni avevano la competenza in materia di sanità pubblica e, di conseguenza, del settore trasfusionale. Un comitato provvisorio istituito per stabilire le regole di autogoverno conformemente allo Statuto associativo, indicò in maniera sommaria quelle che dovevano essere le competenze del nuovo organismo.

L’11 maggio 1972 i rappresentanti delle quattro Avis provinciali della Regione Marche durante l’Assemblea Costituente appositamente convocata ad Ancona, elessero i membri del primo consiglio direttivo dell’Avis regionale i quali si riunirono il 21 dello stesso mese di maggio e procedettero alla nomina dell’esecutivo regionale che fu così composto:

  • Presidente: prof. Giulio Bombi di Ancona
  • V. Presidente: dr. Ireneo Vinciguerra di Macerata
  • V. Presidente: prof. Giovanni Capocasa di Ascoli Piceno
  • Segretario: rag. Raul Baldi di Ancona
  • Amministratore: sig. Daniele Peramezza di Ancona

L’anno seguente fu convocata la seconda Assemblea ordinaria dell’Avis regionale Marche.

Nella relazione tenuta dal Presidente Giulio Bombi all’Assemblea del 6 maggio 1973 si legge che “nell’anno 1972 le sezioni comunali sul territorio sono 61 ed i donatori attivi 12.805” ma affiorano anche le enormi difficoltà incontrate, sia di tipo contingente (il terremoto di Ancona del giugno 1972 paralizzò di fatto l’attività del neo-organismo regionale per tutto quell’anno) sia di tipo associativo.

Dover delineare ex novo delle competenze regionali senza ledere le autonomie delle Avis di base ed allacciare non sempre facili rapporti con la regione politica fu infatti impresa davvero improba.

Ma negli anni a seguire, sotto la presidenza di Ireneo Vinciguerra, l’Avis regionale superò a poco a poco le difficoltà iniziali e trovò una sua naturale dimensione, acquisendo sempre più autorevolezza, divenendo punto di riferimento per le strutture di livello inferiore e, al tempo stesso, interlocutore privilegiato con l’Avis nazionale e le istituzioni locali.

Con il progressivo aumentare dell’attività sociale si avvertì però la mancanza di una struttura adeguata e di una segreteria che fosse di supporto al consiglio direttivo stesso per l’attuazione delle decisioni approvate; tale mancanza si evidenziò con una serie di difficoltà e di freno al concreto sviluppo del Regionale, determinandone un’ azione scarsamente incisiva.

All’inizio degli anni 90 con il presidente Giuliano Maiolatesi, per ovviare alle carenze riscontrate e fronteggiare attivamente i sempre maggiori impegni che si dovevano soddisfare, si decise di realizzare una segreteria permanente che, composta di personale dipendente, avrebbe dovuto occuparsi in maniera continuativa della crescente attività svolta dell’Avis Regionale Marche.

Tale segreteria fu il nucleo iniziale dell’organizzazione che giovandosi di successivi potenziamenti, trovò completa attuazione sotto la presidenza di Enrico Morli ed attualmente – presidente Angelo Sciapichetti – sovrintende allo svolgimento del complesso lavoro che l’Avis della nostra Regione sta portando avanti.

Un esempio su tutti è stato il grande lavoro svolto per l’istituzione del Dipartimento regionale per le attività trasfusionali, ma anche il coordinamento di campagne promozionali al dono del sangue, l’organizzazione di convegni sul tema del sangue oltre alla normale attività di routine dell’associazione.